Home › Mondo Ittico › Come riconoscere un pesce fresco
Saper valutare la freschezza del pesce è molto importante per chi acquista in pescheria. Ma prima di passare ai consigli, è bene fare un paio di premesse.
Anzitutto quando parliamo del grado di freschezza di un pesce, intendiamo riferirci ai soli prodotti “freschi”, ovvero stiamo escludendo i prodotti congelati, surgelati o decongelati. Il nostro intento è quindi quello di capire quanto è fresco il pesce che vogliamo acquistare, ovvero a che punto è il suo stato di deterioramento.
Il deterioramento di un prodotto è provocato da fattori di natura chimica, fisica e biologica. Insieme a questi, intervengono una serie di concause che possono accelerare o meno il processo di deterioramento, come ad esempio le modalità di conservazione del prodotto, il tipo di cattura, la stagione, la taglia del soggetto, il tipo di squame, etc.
Inoltre abbiamo parlato di freschezza del pesce, ma intendiamo riferirci a tutti i prodotti presenti in pescheria (pesci, crostacei e molluschi).
Per valutare la freschezza di un pesce ci sono alcuni aspetti che possono essere verificati anche in fase di acquisto in pescheria.
Alcune considerazioni di massima fatte per i pesci, possono essere utilizzate anche per verificare la freschezza dei crostacei. Ad esempio, l’odore deve presentarsi gradevole, debole, o assente. Mentre un odore stantio e nauseabondo è un chiaro segnale di un prodotto non fresco. Le carni devono essere sode, mentre se le troviamo flaccide o con un volume ridotto a causa della disidratazione ci troviamo davanti ad un esemplare non fresco. Gli occhi, come per i pesci, devono presentarsi turgidi e brillanti e non opachi o raggrinziti. In generale la secchezza al tatto è un altro fenomeno associato ad un prodotto non fresco. Inoltre, la rigidità della parte addominale può essere un altro indicatore di prodotto fresco.
Altro aspetto molto importante da valutare è la colorazione, che deve essere brillante e non sbiadita. Nei crostacei non freschi il carapace tende a scurirsi fino a presentare una o più macchie nere (chiamate “black spot”). E’ utile sapere che alcune azioni fraudolente, tendono proprio a prevenire la formazione di questa macchia scura tramite l’impiego di solfiti, mascherando così l’effettivo stato di freschezza del prodotto. La frode consiste nell’utilizzo di prodotti non consentiti, o di quelli consentiti ma in misura troppo elevata. Anche per questo, può essere molto importante valutare l’odore del prodotto.
I molluschi bivalvi vanno acquistati “vivi e vitali”. Questi animali infatti possono sopravvivere per un tempo relativamente lungo fuori dal loro habitat naturale, grazie alla capacità di chiudersi all’interno della conchiglia trattenendo il liquido intervalvale. Per questo motivo i frutti di mare con le conchiglie che si chiudono perfettamente (come ad es. le ostriche) sopravvivono più a lungo di quelli che hanno una tenuta minore (es. le capesante).
I molluschi vivi e freschi presentano le valve strettamente chiuse, che oppongono una certa resistenza ai tentativi di apertura. In alcuni casi, le valve possono essere socchiuse, ma quando l’animale viene stimolato vengono immediatamente richiuse. Al passare del tempo, e soprattutto in caso di cattiva conservazione e temperature elevate, la valve tendono ad aprirsi ed il liquido a fuoriuscire causando la morte dell’animale. Il mollusco vivo e fresco è quindi “pieno e pesante”, proprio perché trattiene ancora il liquido al proprio interno, tanto che percuotendolo se ne riesce a distinguere il suono.
Da ultimo, anche per i frutti di mare l’odore non mente. In caso di individui morti e non freschi, l’odore diventa molto forte e nauseabondo.
Nei molluschi cefalopodi (come ad es. le seppie, i calamari, i polipi, etc.), la valutazione della freschezza passa essenzialmente attraverso l’analisi della colorazione della pelle, la compattezza della carne, la resistenza dei tentacoli alla trazione e l’odore. Partendo proprio da quest’ultimo aspetto, anche in questo caso come per quelli visti in precedenza, l’odore è un fattore chiave per la valutazione del prodotto ittico fresco: deve sapere di mare, oppure essere assente. In caso di odore acre, di ammoniaca o di inchiostro, allora siamo in presenza di un esemplare non fresco. La carne deve presentarsi soda e bianca, quasi madreperlacea. Mentre i tentacoli devono resistere ad una eventuale trazione. Da ultimo, l’osservazione del colore e della pelle non mente: la pigmentazione deve essere viva e la pelle aderente alla carne ed elastica. Da ultimo va rilevato che la cute dei cefalopodi è piena di cromatofori, che permettono all’animale di cambiare colore. L’effetto è visibile anche per gli animali molto freschi, capaci di modificare leggermente la colorazione se “schiaffeggiati”.
Saper valutare la freschezza del pesce è molto importante...
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